Dalle interviste emerge chiaramente come, per i trevinanesi, il paesaggio sia un elemento di valore essenziale e primario. È citato dalla grande maggioranza degli intervistati e descritto non solo per la sua bellezza, ma anche per il suo valore ecologico, storico e sociale. Qui, come altrove, il paesaggio diventa specchio di una storia e di una cultura collettiva e, proprio per questo, è sentito come bene comune che incarna presente, memoria e visione futura.
A Trevinano non si gode soltanto di un vasto panorama con vista mozzafiato, ma ci si immerge in un ambiente in cui il lavoro umano si intreccia con gli ecosistemi, generando un reciproco scambio che modella e trasforma continuamente il territorio. È considerato un privilegio poter “perdere la vista” in un territorio in cui si fondono più regioni e più province e cogliere, anche nel modo in cui sono arati i campi, le diverse modalità culturali di vivere la stagionalità.
La bellezza naturalistica del panorama, che si ammira da Trevinano, è percepita come un valore aggiunto del vivere in questo paese, che si trova a 619 metri di altitudine.
“Colpisce la bellezza e varietà del paesaggio, a partire dai paesaggi invernali in cui ci sono queste nuvole basse e sembra che ci siano delle isole sospese in un grande lago, a quelli autunnali con le nebbie e piccoli scorci di sole colorati, ai paesaggi primaverili per l’incantevole varietà di verde che si vede, a quelli estivi in cui il verde si inizia a confondere con tutte le variazioni del giallo…”
Il paesaggio, in questa prospettiva, non è soltanto ciò che si vede, ma anche ciò che si comprende e si vive: è l’interpretazione che la mente costruisce nel tempo sull’intreccio tra natura, storia e lavoro umano.
“La posizione, che sta in alto e vedi a 360 gradi [...] vedi in lontananza il Monte Amiata, il Monte Cetona e Radicofani e sai, perché lo sai che dietro si apre tutto il senese e sei già in Toscana, mentre di qua, verso il Monte Rufeno, c’è tutto bosco e bellezza e vita di animali selvaggi, c’è la natura, mentre di là vedo Radicofani e penso ai paesini. Poi verso Acquapendente vedi le ultime colline e sai che oltre c’è il mare.”
Accanto al paesaggio visivo, vive quello sonoro. Il suono dei campanacci delle mucche e delle pecore che attraversano i campi evoca immagini e memorie condivise. Molti abitanti sottolineano quanto sia importante salvaguardare le attività agricole proprio perché esse proteggono anche questo patrimonio immateriale e sonoro, custode di biodiversità, tradizioni e mestieri che hanno definito l’identità di Trevinano per lungo tempo.
“Anche questo fa parte del paesaggio, perché quando le sere, le mucche si muovono e si sente questi campanacci che attraversano… perché si trovano anche per strada, per carità di Dio! Che attraversano soprattutto la parte, quella della Toscana. E te vedi queste macchie bianche che si muovono. Ehh, quello… Quella è un'immagine che si può permettere di fissare nella propria memoria, soltanto chi sta qui.”